04/03/2008 - “Senti chi (non) parla”: – 6 marzo 2008: Giornata Europea della Logopedia

Autore: emilia

OGNI ANNO 200 MILA ITALIANI RESTANO IN SILENZIO

INCIDENTI STRADALI E ICTUS LE CAUSE PRINCIPALI

Afasia, disprassia, disfagia, sordità sono solo alcune delle malattie curate dal logopedista. Un numero verde (800.209.077) della FLI consentirà al pubblico, dalle 9 alle 19, di chiedere tutte le informazioni sui problemi e le difficoltà nel linguaggio

COMUNICATO
STAMPA

Milano, 5 marzo 2007 – La perdita della
parola dopo un incidente d’auto o in moto; i problemi di comunicazione nei
bambini e negli adulti dovuti a malattie neurologiche come la paralisi
celebrale o l’ictus; la sordità; i disturbi del linguaggio; la difficoltà a
deglutire: sono solo alcuni dei tantissimi ambiti in cui l’intervento di un
logopedista fa la differenza. E può restituire ‘diritto di parola’ a chi non ce
l’ha. Sono circa 200 mila ogni anno le persone che, per questi motivi restano
senza la parola. Se poi si sommano i problemi di comunicazione legati
all’invecchiamento della popolazione, in continua crescita, questi numeri
raddoppiano. Per far conoscere i vantaggi di un ricorso precoce a un
professionista del linguaggio, che per molti può significare un recupero pieno
della comunicazione e dell’inserimento sociale, il CPLOL (Comité Permanent de
Liason des Orthophonistes/Logopedes de l’Union Européenne) e la F.L.I.
(Federazione Logopedisti Italiani) hanno promosso la Giornata europea della
logopedia, che si tiene il 6 marzo 2008 con lo slogan “Senti chi (non) parla”.
Tra le molte iniziative in programma l’attivazione di un numero verde
(800.209.077) per l’intera giornata (dalle 9 alle 19): un filo diretto con un
logopedista per informazioni sulle molte possibilità di cura dei disturbi del
linguaggio.

Tema centrale della Giornata
Europea sono le malattie neurologiche che colpiscono l’adulto e le disabilità
comunicative che possono derivarne, compromettendo la qualità della vita: prima
tra tutti l’afasia (cioè la mancanza parziale o
totale di linguaggio parlato e scritto), che si verifica nel 10% circa dei casi
dopo un trauma cranico (243 ogni 100mila italiani l’anno)
e nel 40% circa dei casi di ictus (che colpisce circa
120mila persone ogni anno: di queste circa 40 mila presentano dei disturbi del
linguaggio in fase acuta e almeno 15 mila hanno ancora disturbi importanti dopo
un anno). Anche malattie degenerative come il
Parkinson, l’Alzheimer, la demenza senile possono causare deficit comunicativi e deficit disprassici (disturbi motori
nell’articolazione della parola) e disfagia
(alterazione della deglutizione).

Altro
importante ambito della logopedia sono le sordità che colpiscono 1 bambino ogni
1000 nati (diventano 2 su 1000 dopo il secondo anno di vita), e che oggi grazie
a interventi precoci e a una rieducazione
alla lingua parlata con metodo
oralistico 
possono
acquisire un linguaggio parlato e un inserimento
scolastico e sociale pienamente soddisfacente. Non vanno dimenticati i disturbi
di apprendimento, della lettura, della scrittura e del calcolo e i deficit
globali dello sviluppo cognitivo nell’ambito di sindromi genetiche.

“In tutti questi casi – spiega il
presidente della Federazione Logopedisti, Italiani Tiziana Rossetto –
l’intervento precoce del Logopedista fa la differenza. Quella del Logopedista è
una tra le professioni sanitarie chiamate a svolgere un ruolo essenziale
proprio per la natura preventiva e riabilitativa delle sue competenze. Il Logopedista infatti è il responsabile della cura di
tutti gli aspetti comunicativi, cognitivo-linguistici, e relativi alle funzioni
orali che le malattie neurologiche comportano, senza mai dimenticare che l’o
biettivo
finale della riabilitazione è il recupero della persona nella sua interezza. Purtroppo ancora oggi non mancano i casi di abuso della
professione (a cui attualmente si accede con un corso di laurea triennale)”.

Anche la professoressa Anna
Basso, neuropsicologa clinica, sottolinea l’importanza di un intervento
precoce, multidisciplinare e appropriato, in caso di afasia post-ictus: “Ciò
che conta è intervenire al più presto:
l’afasia non è un disturbo
statico e nei primi mesi dopo l’evento morboso si ha un certo recupero
“spontaneo”. Numerosi studi sperimentali hanno dimostrato che l’unico
trattamento efficace, anche se molto raramente del tutto risolutivo, è il trattamento
logopedico, purchè sufficientemente protratto e intenso”. Altro ambito in cui
una riabilitazione tempestiva “fa la differenza” è quello dei traumi cranici
che spesso colpiscono ragazzi e giovani adulti in seguito a un incidente
stradale o in moto: “ Le possibilità di recupero dipendono da molte variabili.
Una tra queste è l’intervento riabilitativo immediato”, spiega Giuseppe
Mancini, docente di Logopedia all’università Torvergata di Roma, membro del
GIRN Gruppo Italiano di Ricerca Neuropsicologica. “Purtroppo in Italia i centri
specializzati nella riabilitazione del Trauma Cranico sono pochissimi. La
logopedia è parte essenziale della riabilitazione post trauma, sia in ospedale
che dopo le dimissioni. Gli ultimi dati ci dimostrano infatti che se ben
trattate, anche le situazioni più gravi possono evolvere verso un recupero”.

Precocità, dunque: è questa la premessa indispensabile per
la piena riuscita della riabilitazione logopedica. Un fattore cruciale anche
nell’ambito della sordità infantile. “Il primo
passo è certamente la diagnosi precoce, entro il primo anno di vita”, spiega
Adriana De Filippis, decana delle logopediste italiane (è stata una delle prime
a inserire l’oralismo in Italia), docente di Logopedia all’Università di
Milano, Past-President FLI. “Questo consente l’utilizzo di apparecchi acustici
già dai 3-4 mesi di vita, e soprattutto l’impostazione di una terapia
logopedica oralistico-cognitiva adattata all’età, insieme a un Counselling genitoriale per
ottenere la piena collaborazione della famiglia, che va coinvolta e motivata in
ogni fase della riabilitazione con giochi ed esercizi a casa. Le rivoluzioni
tecnologiche degli ultimi anni e l’introduzione dell’impianto
cocleare (il cosiddetto “orecchio bionico”, impiantato da
un’equipe chirurgica specializzata),
hanno
profondamente modificato i programmi riabilitativi e l’agire del 
Logopedista nella sordità. Ma le esperienze di quasi 40 anni
di attività logopedica hanno dimostrato che l’oralismo (sia con le protesi, e
ancor di più con l’impianto coclearie) consente ai bambini di acquisire un
linguaggio parlato e un inserimento scolastico e sociale pienamente
soddisfacente, per un futuro in piena autonomia”

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