Gentili Colleghi, qualche anno fa ho iniziato a scrivere fiabe logopediche a contenuto fonologico bilanciato. Ne ho scritte varie. Le ho proposte in terapia logopedica e durante laboratori metafonologici nella scuola dell’infanzia. I bambini si sono divertiti tantissimo ad ascoltare e giocare con i nomi dei miei personaggi e le loro figurine e gli insegnanti hanno compreso il valore di utilizzare nomi, non-parole, che non avrebbero, probabilmente, mai accettato in altri contesti. Le non-parole ormai pienamente integrate nella testistica, sono presenti in pari misura nella terapia logopedica e/o nelle proposte scolastiche prescolari? Lo scopo del mio libro è quello di promuoverle … agevolarne l’uso ………divertendo……. offrendo alle non-parole la possibilità di esprimere tutta la loro potenzialità. Le Edizioni Erickson mi ha dato fiducia e ha pubblicato una delle mie fiabe. Il volume non contiene solo una fiaba, ma un progetto logopedico dettagliato ed una sfida:si può fare prevenzione logopedica, una prevenzione fonologica fine ed efficace? …si può fare ascoltando e giocando? si può fare terapia logopedica con le non-parole? Io credo di si. Allego la copertina del mio libro che uscirà in marzo. Sto valutando eventuali occasioni di presentazione del libro, ma ho pensato che anche la preliminare comunicazione e-mail all’ALER sull’uscita di un libro scritto da una logopedista laureata, associata, che lavora ormai da 25 anni, potesse essere un’informazione utile ai colleghi. Ringrazio per l’attenzione.
Elena Iiritano
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