La logopedista si occupa anche di deglutizione. Perché?
Si occupa di deglutizione perchè nella deglutizione sono coinvolte le stesse strutture anatomiche e funzionali coinvolte nella produzione del linguaggio verbale (l’apparato respiratorio, le strutture della faringe e della laringe, il cavo orale)
In che cosa consiste la riabilitazione?
La riabilitazione può riguardare direttamente il paziente (ed è mirata a recuperare o abilitare la corretta funzionalità della deglutizione) oppure se non è possibile intervenire sul paziente (perchè non collaborante) si agisce sulle modalità di alimentazione (per esempio con adeguate posture o strategie) e sulla consistenza dei cibi, che varierà in base alla tipologia e gravità del disturbo
Sviluppo del linguaggio nel bambino. Come capire che qualcosa non va?
Vi sono alcuni segnali che devono indurre genitori e pediatri ad affrontare il problema:
- a 24 mesi lessico espressivo inferiore a 50 parole e assenza di combinazione di parole,
- assenza di linguaggio combinatorio a 30 mesi.
Fattori predittivi di rischio:
- produzioni fonologiche caratterizzate da repertorio ristretto di gesti articolatori,
- immaturità nella struttura sillabica delle lallazioni, inventario fonetico molto limitato, familiarità per ritardi di linguaggio.
Intorno ai 36 mesi, il 30% circa dei bambini si normalizza. A questa età il livello di sviluppo grammaticale consente di differenziare i casi a più alto rischio di Disturbo Specifico di Linguaggio. I 36 mesi sono un’età critica, sia per il limite dei ritardi transitori, sia ai fini diagnostici e prognostici.
Quali sono le malattie o le condizioni legate alla vecchiaia che possono causare danni comunicativi?
Nell’invecchiamento possono comparire disturbi della comunicazione dovuti a danni del Sistema Nervoso Centrale: per esempio un ictus può portare ad afasia. Malattie neurologiche degenerative come le demenze (non solo Alzheimer) portano a disturbi del linguaggio. Altri disturbi possono essere conseguenti all’invecchiamento di organi e/o apparati periferici, come per esempio la presbiacusia (calo uditivo dovuto all’invecchiamento).
Altre malattie, come quella di Parkinson, possono portare a disturbi di voce e di articolazione delle parole.
Inoltre possono comparire le cosidette comunicopatie, disturbi della comunicazione in assenza di una malattia vera e propria. Questo avviene soprattutto se l’invecchiamento è associato ad uno stato di deprivazione sensoriale e di isolamento sociale (come può avvenire a volte nelle case di riposo). In questo caso l’anziano diminuisce, per scarsa motivazione, la comunicazione e il linguaggio sempre di più, impoverendo anche la funzionalità del suo sistema cognitivo, che a sua volta diminuisce le sue capacità funzionali e di ragionamento in una spirale senza fine.
Infine nell’anziano, soprattutto nelle categorie a rischio (il cosiddetto anziano fragile), spesso compaiono i disturbi di deglutizione (disfagia o presbifagia).
Negli anziani spesso i disturbi di linguaggio sono il primo sintomo di alterazioni neurologiche. Come riconoscerli? Perché è utile intervenire?
Dimenticare i nomi delle cose o delle persone (anche dei propri cari), è uno tra i primi segnali di disturbi nell’anziano che va incontro a demenza senile o Alzheimer. Nel tempo i problemi di comunicazione sono destinati a peggiorare: vengono scambiati i nomi alle cose, i discorsi diventano confusi, i suoni stereotipati, fino alla progressiva scomparsa della comunicazione verbale.
L’intervento del logopedista è utile soprattutto per ritardare gli effetti e il peggioramento, e per fornire al paziente e ai suoi familiari strategie che permettano loro di relazionarsi anche con l’avanzare dei disturbi. In tutti gli altri casi che non riguardano patologie degenerative (come per esempio l’afasia da ictus) è utile intervenire per un recupero, il cui l’esito dipende dalla gravità dell’evento traumatico. Anche l’anziano può e deve essere riabilitato.
Perché il logopedista "fa la differenza"? (qualità della vita e re-inserimento sociale?)
Perchè la comunicazione è parte integrante della vita delle persone, perché attraverso la comunicazione noi agiamo su di noi e sugli altri, comunicando facciamo delle scelte, non potremmo farle se non avessimo la possibilità di comunicarle. Il logopedista lavora per dare la possibilità di scelta e di parola anche a chi altrimenti non potrebbe averla.