04/03/2008 - Il trauma cranio-encefalico

Autore: emilia

INTERVENTO DR. GIUSEPPE MANCINI
Logopedista docente del Corso di Laurea in Logopedia Tor Vergata Roma, Membro del Gruppo Italiano Ricerca Neuropsicologia GIRN

L'afasia (difficoltà o assenza di linguaggio orale e/o scritto) è uno degli
ambiti più frequenti della riabilitazione logopedica. Una delle principale
cause di afasia sono i Traumi Cranici. Secondo il Gruppo Italiano per lo Studio
delle Gravi Cerebrolesioni Acquisite e Riabilitazione (Giscar) i traumi sono la
principale causa di morte per le persone con età compresa tra i 15 e 44 anni, e
quello che provoca il maggior numero di decessi è il trauma cranio-encefalico
(TCE), causato principalmente da incidenti stradali e cadute. Curiose le
variazioni epidemiologiche. Infatti mentre nel Nord Europa prevalgono le
cadute, in gran parte dovute ad assunzione di alcool, nel Sud (quindi anche in
Italia) prevalgono gli incidenti stradali.

L’incidenza del TCE varia notevolmente (in alcuni studi vengono inclusi
solo i pazienti ospedalizzati mentre in altri vengono inclusi anche i contatti
con le strutture sanitarie senza intervento), ma una recente revisione della
letteratura stima l’incidenza del TCE in 243 casi per 100.000/ab ogni anno
(Tagliaferri, Compagnone et al. 2006). Riassumendo,
le cause da trauma cranico sono dovute per il 70% da incidenti stradali, per il 20% da cadute accidentali e incidenti domestici, per il 5% da
incidenti sul lavoro. Seguono percentuali minime per quanto riguarda
aggressioni e attività sportive.

Anche il tasso di mortalità (numero morti x 100.000 ab.) si presenta
estremamente variabile con casi estremi che vanno da 5.2 per 100,000 di uno
studio francese (Masson, Thicoipe et al. 2001) al 24,4 per 100,000 ab/anno di
uno studio italiano (Servadei, Ciucci et al. 1988). Una recente review stima
comunque che in Europa il tasso di mortalità è 15 persone su 100.000
(Tagliaferri, Compagnone et al. 2006).

La disabilità e gli esiti dopo TCE

Uno studio recente del consorzio europeo EBIC ha
incluso 796 pazienti gravi con esiti da trauma in fase acuta, e valutato la
situazione a 6 mesi dopo la dimissione (vedi tabella). Come si può vedere anche
le situazioni gravi evolvono verso un recupero, incentivato da una adeguata
riabilitazione logopedica.

Stato Vegetativo

3 %

Grave disabilità

16 %

Disabilità moderata

20 %

Buon recupero

31 %

Da (Murray,
Teasdale et al. 1999)

Il logopedista, che si occupa all’interno di una team interdisciplinare del
recupero del linguaggio, della comunicazione e dell’autonomia generale del
paziente, in questi casi ha come compito quello di osservare, conoscere e far
conoscere il livello di menomazione dal punto di vista neuropsicologico
(perdita del linguaggio, dell’attenzione, della memoria, delle capacità di
pianificazione, delle abilità visuo-spaziali e del comportamento). Inoltre ha
il compito di informare il paziente e i suoi familiari delle difficoltà e della
disabilità presenti e di stilare un programma riabilitativo (fatto di training
specifici e ricerca di strategie di compenso) per un recupero di tali capacità.

Il recupero finale dipende da molte variabili: cause del danno, entità
della lesione, eventuali complicanze insorte in fase acuta, età del soggetto,
grado di accoglienza dell’ambiente ecc. Non è facile prevedere “quanto” e
“quando” la persona potrà recuperare dal danno subito, ma l’immediata presa in
carico del paziente (e della sua famiglia) e la precocità dell’intervento sono
essenziali per un esito positivo.

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