di Benedetta Pacelli del 24/04/2012
Un problema di «metodo», ma soprattutto di «merito». Per queste due motivazioni le professioni sanitarie riunite nel Conaps (il coordinamento nazionale di categoria), ma anche tutte le sigle sindacali della dirigenza medica e sanitaria, «rigettano», in un documento ufficiale di ieri, la bozza di accordo ministero della salute-regioni che punta a riformare le competenze dei profili professionali a partire da quello infermieristico. Le categorie, chiamate a trasmettere al ministero della salute il proprio parere sul testo entro il 23 aprile (si veda ItaliaOggi del 17/4), infatti, rinviano al mittente il documento finale perché in molti punti «delle diverse aree di intervento elencate per la professione dell’infermiere (ad esempio area chirurgica, competenze trasversali, cure primarie, educazione alla salute, salute mentale), si ravvisa una concreta erosione e sovrapposizione con le competenze proprie delle professioni firmatarie». In sostanza, secondo il Coordinamento nazionale delle professioni sanitarie, questa nuova definizione dell’infermiere è un’azione finalizzata a scavalcare competenze altrui e soprattutto quei ruoli connessi alla diagnosi e alla cura sono propri solo dell’atto medico. Ma non solo, perché alla base c’è anche un problema di metodo intrapreso «dal gruppo di lavoro» (ministero-regioni, ndr.), che ha preferito non condividere la portata di tale progetto e presentare un prodotto finito chiamando le professioni coinvolte a dare un giudizio ex post e in tempi ristretti». Questo non vuol dire che verrà meno «un’ampia e concreta disponibilità» a farsi parte attiva in questo processo. A puntare il dito contro «la singolarità della procedura» ci pensano anche le sigle rappresentative della dirigenza medica e Sanitaria del servizio sanitario nazionale che lamentano un mancato coinvolgimento di medici e dirigenti sanitari, nonché delle loro rappresentanze ordinistiche e sindacali fin dalla predisposizione del testo salvo, poi, essere chiamate «a valutazioni ex post di un prodotto finito». Inoltre nei riguardi di contenuti, «che pur si definiscono epocali» i sindacati di categoria richiedono un urgente incontro con il ministero della salute e il presidente della conferenza stato-regioni, «riservandosi di esprimere le proprie valutazioni di metodo e di merito in base alle risultanze dello stesso e di una consultazione con i propri ordini professionali».